I costi dell’energia elettrica diventano sempre più “ingombranti”?
Allora questo è proprio l’articolo che fa per te, perché oggi ti spiego tutti i vantaggi dell’avere un impianto fotovoltaico. E te lo posso assicurare: costa meno di quanto pensi. Però prima di tutto occorre ricordare una cosa: quando si valuta la costruzione di un impianto fotovoltaico non bisogna considerarne soltanto il costo in se e per se, perché grazie all’autoconsumo dell’impianto potrete mettere un freno ai prezzi della bolletta.
Quindi, non farti spaventare dal costo dell’impianto fotovoltaico: vedilo piuttosto come un investimento il cui ritorno economico si potrà vedere sul medio periodo!
Ed eccoci ad un punto focale: è meglio un impianto fotovoltaico da 3 kw oppure un impianto da 6 kw?
Beh, diciamo che non c’è una risposta giusta, tutto dipende dalle esigenze. In generale, un impianto da 3 kilowatt produce energia sufficiente per una famiglia composta da 3/4 persone.
Se vuoi potenziare le capacità produttive della tua casa – aumentando di conseguenza la quota di risparmio della bolletta – allora è bene orientarsi verso un impianto da 6 kilowatt. Chiaramente, la prima differenza è quella relativa allo spazio disponibile sul tetto della casa in questione o sul giardino…
IMPIANTO: 3Kw
COSTO MEDIO: 6/7.000 euro circa + iva
COSTO CON DETRAZIONE IRPEF: 3.850 euro circa
KILOWATTORA PRODOTTA IN UN ANNO: 3.300 kwh (nel nord); 3.900 kwh (al centro); 4.400 kwh (nel sud)
IMPIANTO: 6Kw
COSTO MEDIO: 12/13.000 euro circa + iva
COSTO CON DETRAZIONE IRPEF: 7.150 euro circa
KILOWATTORA PRODOTTA IN UN ANNO: 6.600 kwh (nel nord); 7.800 kwh (al centro); 8.800 kwh (nel sud)
Bisogna poi tenere conto di varie voci di spesa: i costi di progettazione e dei materiali, della messa in opera e dei lavori, oltre alle necessarie pratiche burocratiche. Vediamoli insieme nel dettaglio.
La prima voce che dobbiamo prendere in considerazione è quella dei materiali da mettere in conto, quindi, è quello relativo ai pannelli solari: oltre al numero desiderato (un impianto da 3 kw chiede all’incirca dai 10 ai 12 pannelli, ndr), i costi sono influenzati anche dalla qualità dei materiali: se la priorità è quella di badare al risparmio allora consiglio di puntare al pannello solare policristallino. Se invece si vuole cercare di limitare l’ingombro, allora la soluzione ottimale è quella di scegliere i pannelli monocristallini.
Nel valutare le varie differenze di prezzo non si può non tener conto anche delle marche: differenze, queste, che possono essere importanti. Si, ma… quale scegliere? I grandi marchi si equivalgono un po’ tutti, il mio consiglio è quello di considerare alcuni criteri, come l’anzianità della casa produttrice, la localizzazione delle sedi nel territorio italiano per eventuale sostituzione o intervento di manutenzione, le garanzie sulla produzione e sui prodotti.
Una delle voci di costo più “fastidiose” di un impianto a pannelli solari è l’assicurazione sui moduli. Bisogna ammettere che con un costo abbastanza contenuto, circa 50 euro per kilowattora l’anno, si possono mettere al sicuro i propri investimenti da danni accidentali o atmosferici, come una grandinata.
Il costo dell’impianto fotovoltaico deve tener conto anche di diversi elementi accessori come l’inverter, che è l’apparecchio che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata, ovvero quella che serve a far funzionare gli impianti di casa. Un impianto efficiente comprende anche delle batterie per l’accumulo dell’energia. In realtà non sarebbero necessarie, ma aiutano nel conseguimento di un risparmio importante in bolletta: l’energia può essere prodotta e utilizzata non soltanto in autoconsumo, ma anche in assenza di sole, come di sera o in un giorno nuvoloso.
Oltre a ciò, vanno considerati anche le tariffe della manodopera e l’eventuale contributo dei tecnici coinvolti nella progettazione. Ci sono anche le pratiche burocratiche, che in buona sostanza possono risolversi con una comunicazione o richiesta di permesso e autorizzazione al Comune. Di solito non ci sono mai grandi problemi, a meno che non ci si trovi in territori sottoposti a vincolo paesaggistico.
È presto detto. Come ho spiegato prima, non è tanto importante il costo dell’impianto fotovoltaico in sé, quanto piuttosto il fatto che, dato che si tratta di un investimento, bisogna dare un occhio anche ai tempi di rientro dell’investimento stesso.
Per rendere al minimo i tempi di ritorno economico di un impianto a pannelli solari la strada è quella dell’autoconsumo: l’impianto deve essere calibrato sui consumi effettivi della famiglia. Quindi, per ottimizzare il tutto, tra i consumi elettrici di una casa possono entrare oltre a quelli degli elettrodomestici anche il costo legato al riscaldamento, alla cucina e a tutti quegli apparecchi che usano solitamente il gas metano. In parole povere, i costi per un impianto più grande vengono compensati da una maggiore produzione di energia.
Ad ogni modo, i tempi di rientro dell’investimento si aggirano quasi sempre tra i 5 e gli 8 anni dall’installazione. Dopodiché, tutte le forme di utilizzo (o meglio, di guadagno), sono da considerarsi a tutti gli effetti… puliti!
Quasi dimenticavo! Non bisogna ignorare che per rendere più efficace l’impianto fotovoltaico della propria casa è possibile associarlo ad altre apparecchiature che utilizzano le fonti di energia rinnovabile. Un esempio potrebbe essere una pompa di calore geotermica per riscaldare l’acqua del rubinetto, che si potrebbe alimentare gratuitamente proprio grazie al fotovoltaico rinunciando alla caldaia a gas.
E per finire, qualche link utile.
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